Curarsi all’estero, un fenomeno in crescita

Il fenomeno soprannominato “turismo medico” è ormai una realtà concreta con cui la sanità mondiale si è trovata ad avere a che fare in particolare nell’ultimo decennio. Grazie alla diffusione globale di internet, infatti, è ormai sufficiente un click per avere informazioni complete su costi, interventi, terapie sperimentali e qualsivoglia attività mediche di qualunque nazione del mondo. Le statistiche e i dati a questo proposito sono molteplici ma incrociandone alcuni, quali costo delle prestazioni mediche, efficienza del sistema sanitario e i dati del Commonwealth Fund (fondazione privata atta a promuovere un sistema sanitario altamente performante) del 2014, si evince che le sei nazioni più titolate sono Regno Unito, Francia, Germania, Svezia, Norvegia e Svizzera.

I principali fattori che spingono sempre più persone a recarsi all’estero per ricevere cure mediche riguardano la necessità di effettuare interventi chirurgici specializzati (principalmente per quanto riguarda patologie oncologiche e neurologiche) o terapie sperimentali, che per vari motivi potrebbero non essere autorizzate o semplicemente non ancora effettuate nella nazione di riferimento. Un caso interessante a questo proposito (per quanto riguarda il panorama italiano) è la fecondazione eterologa. Questa forma di procreazione medicalmente assistita è stata vietata in Italia fino all’aprile 2014, motivo per cui migliaia di italiani sono letteralmente “emigrati” all’estero al fine di coronare un desiderio di genitorialità che era loro vietato. Le mete più frequentate in questo caso sono state e sono tutt’ora Spagna, Austria, Belgio e, ancora, la Svizzera.

In particolare crescita negli ultimi anni è anche il fenomeno del “turismo dentale”, le cui motivazioni sono essenzialmente economiche. Se, per le cure dentali basilari, gli italiani tendono ad affidarsi a professionisti locali, la situazione cambia radicalmente per quanto riguarda impianti e cure altamente specializzate dal costo di migliaia di euro. A farla da padrone sono i paesi dell’est Europa, in particolare Ungheria e Romania, in cui il risparmio è decisamente sensibile.

Qualunque siano lo scopo e la topologia di cura medica per cui il cittadino si reca all’estero, è di fondamentale importanza ricordare di provvedere a una traduzione asseverata meticolosa della propria cartella clinica, la cui mancanza o approssimazione potrebbe provocare ingenti danni.