Il disturbo borderline di personalità, noto con l’acronimo DBP, è un fenomeno sempre più comune. Le mille sfaccettature che tale condizione racchiude, la rendono talvolta difficile da individuare e comprendere, se non si presta attenzione a diversi indicatori che possono palesare e confermare tale diagnosi.
Chi ne soffre infatti, presenta repentini cambiamenti di umore, una generale instabilità emotiva che si ripercuote in maniera piuttosto evidente nelle relazioni con le altre persone. Impulsività e un generale stato di insofferenza poi, possono causare ulteriori problematiche in grado di rendere l’esistenza del soggetto una vera e propria sofferenza.
Andando ad esaminare il DBP in maniera quanto più possibile generica, tale stato va a influenzare notevolmente l’esistenza di una persona, limitandola non solo a livello affettivo, ma anche in altri contesti come quello lavorativo e cognitivo.
I sintomi legati al disturbo borderline di personalità
Trattandosi di una tematica così complessa, risulta difficile definire con precisione tutti i sintomi legati al DBP. Allo stesso tempo, questi possono essere talvolta confusi con tratti caratteriali particolari. A grandi linee però, possiamo dire che i principali sintomi legati a tale fenomenologia sono:
- paura del rifiuto
- paura dell’abbandono
- sbalzi di umore
- irritabilità improvvisa
- autolesionismo e tendenze suicide
- abuso di sostanze come alcolici e droghe
- disordini sessuali
- relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate dall’alternanza tra gli estremi di iper-idealizzazione e svalutazione
- sentimenti cronici di vuoto
- gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress.
Si tratta di una problematica che, solitamente si manifesta nel periodo dell’adolescenza. Nonostante essa possa perdurare per tutta l’esistenza del soggetto, in molti casi essa si attenua, con sintomi meno accentuati con il passare del tempo.
Secondo numerose ricerche, per esempio, le tendenze suicide risultano un sintomo particolarmente legato a soggetti di età più giovane. Nelle persone con più di quarant’anni, queste tendono a scomparire quasi totalmente.
Un altro particolare tipo di comportamento legato a tale disturbo è costituito da relazioni instabili, sia famigliari che extra, attraverso i rapporti turbolenti e difficilmente lineari. A grandi linee, la vita di chi soffre del disturbo borderline di personalità, è caratterizzata da un susseguirsi di stati emotivi forti e contrastanti. Che si tratti di rabbia o paura del rifiuto, le reazioni sono spesso impulsive e immotivate, tanto da portare a conseguenze anche tragiche.
Fattori scatenanti
Quali sono i fattori scatenanti collegati al DBP? La scienza non ha ancora dissipato ogni dubbio riguardo questo fenomeno, anche se sono stati portati avanti diversi studi a tal proposito. Da quello che risulta però, fattori come genetica e condizioni ambientali particolari nell’età più giovane, avrebbero un impatto determinante in tal senso.
Come già detto, le tante sfaccettature del problema e l’andamento altalenante nell’ambito della vita di una persona, ma soprattutto il contesto in cui il soggetto vive, fa sì che il DBP non sia sempre individuato e inquadrato nel modo corretto. La psicologa Marsha Linehan mette in evidenza un aspetto di vulnerabilità emotiva, quale condizione di partenza, da cui deriverebbero molte delle reazioni sopra descritte.
Terapie
Per fortuna, le terapie in grado di contrastare il disturbo borderline di personalità non mancano. Ovviamente, il tal senso, è il professionista curante che delinea quale può essere la strategia migliore per ogni singolo individuo. Oltre a un percorso psicoterapico, può essere applicata la farmacoterapia. Nonostante ciò, vengono evitati i comuni ansiolitici in quanto creano un rischio di dipendenza (pericolo che vede, nei soggetti in questione, una certa predisposizione). Le alternative sono:
- gli antidepressivi non sono un rimedio duraturo su cui fare affidamento ma, in alcuni casi, possono essere utili. Stati di particolare ansia o depressione che caratterizzano questa condizione infatti, possono essere contenuti e circoscritti da medicinali di questo tipo.
- Gli stabilizzanti dell’umore, la soluzione più comune. Essi lavorano sul medio-lungo periodo andando a stabilizzare gli sbalzi umorali del soggetto. Inoltre, questi prodotti permettono di ridurre gradualmente le eventuali dosi di antipsicotici.
- Antipsicotici. Questi farmaci sono solitamente utilizzati per trattare false percezioni, ossessioni e dipendenze psicologiche. Pur non portando a forme di dipendenza, i dosaggi devono essere contenuti e il loro uso limitato nel tempo (solitamente non si devono superare i 10-12 mesi).
Conclusioni
Il disturbo borderline di personalità è una manifestazione complessa che però, rispetto al passato, può essere affrontata e controllata con una certa efficacia. Risulta quantomeno importante individuare il malessere quanto prima possibile, affrontarlo senza timori e, possibilmente, con il supporto della propria famiglia.
Un ottimo psicoterapeuta, in tal senso, è poi fondamentale al fine di rispettare le cure e permettere al paziente di seguire il percorso corretto, che gli consenta una vita serena e la possibilità di contrastare questa patologia.