Che cos’è l’ipertrofia prostatica benigna.
L’ipertrofia prostatica benigna, detta anche IPB o iperplasia prostatica benigna è una malattia urologica nota volgarmente anche come prostata ingrossata, e consiste, proprio come indica quest’ultimo termine, nell’ingrandimento del volume della ghiandola prostatica, detta anche semplicemente prostata; tuttavia la caratteristica più rilevante di questa patologia, è il fatto che l’aumento volumetrico della suddetta sia fisiologica, dunque completamente benigna.
Oramai questa patologia legata all’invecchiamento, è diventata una vera e propria malattia sociale, in quanto non grave, ma comunque con un forte impatto socioeconomico sui soggetti ai quali viene diagnosticata. L’ingrossamento della prostata può variare da soggetto a soggetto, fino ad arrivare in alcuni casi alla dimensione di un’arancia (soprattutto se non viene curata per molto tempo).
L’iperplasia prostatica benigna è una malattia relativamente frequente nella popolazione maschile, e in particolare nella parte più anziana di quest’ultima: superata la soglia dei 40 anni, la malattia inizia a svilupparsi, per andare poi a manifestarsi sopra i 50, e andare a toccare picchi del 70%-80% dopo i 70 anni.
Questo organo facente parte del sistema riproduttivo maschile, serve alla produzione e all’emissione del liquido seminale che contiene elementi necessari a nutrire e veicolare gli spermatozoi, è una ghiandola fibro-muscolare avente forma e dimensione di una castagna, e che può assumere una forma a ciambella in caso di ipertrofia. A causa del fatto che l’uretra si trova all’interno della prostata, le patologie prostatiche che determinato modificazioni di volume e di struttura di quest’ultima possono causarle problemi e rendere dunque faticosa l’espulsione dell’urina.
Quali sono le cause scatenanti.
Le cause innescanti questa malattia non sono ancora ben note alla comunità scientifica, che sta però tuttora compiendo notevoli ricerche scientifiche a riguardo. Le ipotesi che possono essere avanzate, indicano solamente che le cause che possono indurre l’ipertrofia prostatica benigna siano molteplici; in particolar modo, vista la correlazione tra la malattia e l’avanzamento dell’età, si è ipotizzato che una possibile causa sia lo scompenso ormonale dovuto alla vecchiaia.
I sintomi più comuni della malattia.
I sintomi di questa patologia possono essere ancora una volta diversi e molteplici, ma si può tranquillamente affermare che la maggior parte di essi siano collegati al basso tratto urinario.
Uno dei primissimi disagi che il paziente avverte in presenza di una ipertrofia prostatica benigna, è la difficoltà ad urinare che può manifestarsi in diverse varianti, come ad esempio la difficoltà di iniziare la minzione, la diminuzione del getto urinario, o una minzione intermittente; altre sintomatologie sono il bisogno urgente e continuo di dover andare in bagno e la sensazione di non aver mai completamente svuotato la vescica, dovuto al fatto che la crescita della prostata esercita un effetto ostruttivo su di essa e ciò le rende difficile lo svuotamento completo.
I residui di urina perennemente stagnanti nella vescica possono inoltre indurre a delle infezioni del tratto urinario e la formazioni di calcoli vescicali, mentre nei casi in cui la malattia non è stata curata adeguatamente, si sono manifestati casi di ritenzione urinaria acuta, conica o di lunga durata, casi di presenza del sangue nelle urine e danni alla vescica e ai reni.
Prevenzione e cura.
Risulta dunque importante fare una prevenzione accurata, soprattutto dopo aver passato una certa soglia di età, ed intervenire tempestivamente alla cura, prima che la malattia diventi irreversibile e sia dunque impossibile per l’urologo trattarne i sintomi.
Nei casi più lievi o comunque dove la malattia non è in stato tale da aver compromesso le funzionalità del tratto urinario, si può intervenire con farmaci, mentre in caso contrario, negli stadi avanzati della malattia, sarà necessario intervenire chirurgicamente per ripristinare le corrette funzionalità della vescica. Grazie all’avanzamento tecnologico degli ultimi decenni, sono state messe a punto varie tecniche di chirurgia minimamente invasiva in grado di distruggere il tessuto prostatico ingrossato o allargare l’uretra, aiutando così ad alleviare l’ostruzione del basso tratto urinario e la ritenzione urinaria.
Accanto alla medicina tradizionale tuttavia, esistono in natura delle sostanze di origine vegetale e minerale che si sono rivelate molto efficaci nel controllo dei sintomi dell’ipertrofia prostatica benigna come ad esempio l’ortica, le foglie di uva ursina, il selenico, la vitamina E e molte altre. Numerosi sono in commercio i prodotti omeopatici e fitoterapici a base di queste sostanze che sono particolarmente indicati, oltre che alla riduzione dei sintomi, anche per la prevenzione.
Altri consigli che un medico potrebbe dispensarvi, sono ad esempio l’allenamento della vescica a trattenere l’urina, esercizi della muscolatura pelvica e addirittura il trattamento della stipsi che, a lungo andare, potrebbe peggiorare le condizioni della vostra prostata.
La dieta giusta.
Gli studi scientifici effettuati su questa malattia, non hanno, fino ad ora, riscontrato nessuna correlazione tra una particolare dieta e l’incombenza di questa patologia, tuttavia, sono stati individuati alcuni cibi e pietanze che sono risultate importanti per la cura, se associate ad alcuni trattamenti specifici: naturalmente, tutto ciò dovrà essere discusso con il proprio medico curante.
Al termine della consultazione il medico vi consiglierà di eliminare gli alcolici e gli energy drink, il fumo di sigarette e sigari, le spezie piccanti e il consumo in grandi quantità di caffè, tè e cioccolato poiché appurato che il loro consumo interferisce negativamente con i trattamenti.
Per approfondire: www.questionidiprostata.it