La frattura ossea è un trauma del corpo che nella maggior parte dei casi non è troppo grave. Il nostro corpo è in grado di rigenerarsi, e se si mantiene immobile nella giusta posizione l’osso fratturato, è possibile la saldatura delle ossa in un certo lasso di tempo.
Nella maggior parte dei casi, in caso di frattura ossea si interviene con il gesso: il gesso è il metodo tradizionale che garantisce l’immobilità dell’arto o della zona colpita, per dare la possibilità al nostro corpo di procedere alla naturale saldatura delle ossa.
Il gesso può essere quello classico, che viene usato spesso nei bambini, ma oggi è spesso sostituito da gessi sintetici, composti da polimeri plastici.
Tuttavia ad oggi esistono anche delle moderne alternative tecniche allo scomodo e vecchio gesso, come ci spiega il dott. Giuseppe Teori, ortopedico specialista in Chirurgia del piede e degli arti (vedi qui https://www.giuseppeteori.it/fratture-senza-gesso/ per ulteriori informazioni).
Le alternative mini-invasive sono il frutto della ricerca tecnologica che negli ultimi anni ha fatto passi da gigante e può rendere più veloce la saldatura delle ossa e favorire una ripresa molto più veloce, che impatta minimamente sulla vita e sulla quotidianità delle persone.
Quali sono oggi le concrete alternative al gesso in caso di frattura?
Quali sono le alternative al gesso
- Polso fratturato. Una brutta frattura al polso oggi si può sistemare anche senza dover ricorrere per forza al gesso. Non più fissatori metallici, i c.d. fissatori esterni: basta un intervento piccoli, di pochi cm sul palmo della mano, per ridurre i frammenti del polso e inserire delle piccole placche che consentono una veloce ripresa. Le bio-tecnologie permettono di ottenere una veloce rigenerazione, efficiente, evitando anche cattive saldature spontanee dell’osso che possono portare a dolore ed artrosi, oltre che problemi estetici.
- La frattura del braccio. Se si tratta di una frattura composto, con rottura ridotta, il gesso non serve: si può optare per l’ortesi, una protesi che è costruita con materiali che non sono problematici per la pelle, che permettono un movimento del braccio, si possono togliere e anche lavare. Lo scopo è quello di mantenere il più possibile la funzione articolare e la funzione muscolare (se i muscoli sono immobilizzati per lungo tempo diventano atrofici e fragili). Se invece si tratta di frattura complessa al braccio, è possibile intervenire con la chirurgia delle placche, che dura un’ora e non necessita di gesso.
- Gamba rotta. I gessi alla gamba sono fra i più debilitanti, perché non permettono di camminare. Oggi è possibile intervenire con piccoli chiodi o viti per consentire alla persona di stare da subito in piedi. Lo stesso si può dire anche per il femore e anche per la frattura del piede: l’intervento consente di stare in piedi e di camminare sin da subito, senza gesso.
- Dita rotte. In caso di rottura delle dita, oggi è possibile evitare di portare un ingombrante e fastidioso gesso, che ci limita molto nel lavoro e nelle attività quotidiane. La chirurgia mini invasiva oggi consente, senza procedere a tagli, di inserire per via percutanea dei fili rigidi e sottili, che possono immobilizzare la frattura delle ossa delle dita, anche in caso di frattura scomposta. Oppure, come alternativa, possono essere usate delle speciali viti che non sporgono dall’osso.
- Frattura e perdita di osso. Se manca l’osso, oggi è possibile sfruttare delle tecnologie che puntano alla rigenerazione: va bene per il gomito, ma anche per la spalla, femore e altre parti del corpo. La politerapia è una tecnologia davvero potente che può aiutare una guarigione che fino a ieri non sembrava neppure possibile.