Lodare i bambini fa bene?

Lodare i bambini fa bene?

La lode è una forma di ricompensa molto efficace. Noi adulti proviamo un senso di euforia e benessere ogni volta che i nostri supervisori, colleghi o altre persone significative ci lodano. Anche i bambini apprezzano sentirsi lodare e naturalmente i più piccoli hanno bisogno dell'approvazione e dell'elogio degli adulti per strutturare la loro autostima.
 
Ma è possibile che dispensare lodi in modo “superficiale” abbia conseguenze inaspettate? A chi sostiene che l’uso delle ricompense, tra cui la lode, possa essere una pratica educativa efficace, fa eco chi sostiene, al contrario, che lodare può avere effetti “collaterali” soprattutto nei più piccoli.
 
In un articolo pubblicato nella rivista Psychological Science, un team di ricercatori nordamericani hanno studiato l'effetto della lode. In particolare, hanno osservato come la lode possa influenzare il comportamento “morale” dei bambini.
In sintesi i ricercatori hanno cercato di rispondere alla domanda: lodare i bambini può incoraggiarli a ingannare?
 
A questo scopo, hanno distinto due tipi di lode. Da un lato, gli elogi su qualità intrinseche del bambino, tipo «Come sei bravo!» o «Quanto sei intelligente!» e dall'altro elogi sulle prestazioni inerenti a compiti specifici come «Hai fatto un buon lavoro!» o «Ben fatto!».
 
I ricercatori hanno ipotizzato che la lode su qualità intrinseche crei una forte aspettativa che il bambino sente di non dover deludere. Dopo tutto frasi del tipo «Sei così bravo!» significa essere bravo tutto il tempo e non solo in quel caso specifico. Quindi i ricercatori hanno pensato che i bambini lodati per le loro qualità, fossero più spinti a imbrogliare rispetto ai bambini lodati per le loro prestazioni.
 
Per l'esperimento, i ricercatori hanno reclutato 150 bambini di tre anni e 150 di cinque anni. A ogni bambino è stato chiesto di svolgere un gioco con lo sperimentatore utilizzando un mazzo di carte. Si è detto loro che se avessero indovinato almeno tre volte su sei, avrebbero vinto un premio.
 
Nella prima fase dell'esperimento, è stato spiegato il gioco associandolo ad una prova pratica.
A un terzo dei bambino è stato detto «Sei davvero intelligente!». Condizione “Lode sulla Qualità”.
A un altro terzo dei bambini è stato detto «Hai fatto un buon lavoro!». Condizione “Lode sulla Prestazione”.
Al resto dei bambini non è stato detto niente. Condizione  “Controllo”.
 
Le cinque prove successive sono state organizzate in modo che ogni bambino ottenesse due risultati giusti e tre sbagliati. Così, la possibilità di avere il premio era associata al risultato dell'ultima prova. A questo punto, lo sperimentatore si alza e lascia la stanza, facendo promettere al bambino di non guardare l'ultima carta. Una telecamera nascosta ha catturato ogni imbroglio.
 
 
Circa il 60% dei bambini nella condizione “Lode sulla Qualità” ha imbrogliato, rispetto al 40% di quelli che si trovavano sia nella condizione “Lode sulla Prestazione” che in quella “Controllo”.
 
Questi risultati sostengono l'ipotesi iniziale dei ricercatori. L'elogio sulle qualità incoraggia i bambini a ingannare più di quanto avvenga con gli elogi su ciò che hanno prodotto. Inoltre, i ricercatori hanno anche delineato delle statistiche in base all'età e al sesso. Non hanno però trovato alcuna differenza significativa tra i tre e i cinque anni. Tuttavia, i bambini hanno imbrogliato più delle bambine.
 
Anche se questa particolare ricerca ha esaminato solo l'effetto a breve termine della lode sul comportamento dei bambini, i suoi risultati sono coerenti con una letteratura psicologica.
Il bisogno di un figlio di essere elogiato e di ricevere l’approvazione da parte degli adulti ha un ruolo centrale nello sviluppo della sua personalità. Ad esempio, l'uso frequente di lodi comparative, come «Sei il migliore di tutti», potrebbe portare il bambino a coltivare tendenze narcisistiche.
 
In conclusione, questo studio suggerisce che i genitori dovrebbero concentrare le loro lodi sull’impegno e sullo sforzo con cui i piccoli di casa fanno un gioco, un disegno, o una costruzione e lasciarsi coinvolgere dal loro entusiasmo, in modo da farli sentire amati e non giudicati.
 
(fonte Psychology Today, traduzione e adattamento a cura del Dott. Cosimo Santi, www.cosimosanti.com)