Novavax, il nuovo vaccino in arrivo a fine Gennaio

Dopo aver ricevuto il consenso dell’Ema, ovvero l’Agenzia europea per i medicinali, il 22 dello scorso Dicembre il nuovo vaccino è stato approvato anche dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco.

A produrlo è Novavax, un’azienda farmaceutica statunitense e il suo nome è Nuvaxovid.

Entro Febbraio saranno consegnate 1,5 milioni di dosi, le prime dei 27 milioni che sono attese in Italia.

La data esatta dell’inizio della somministrazione delle prime dosi non si conosce ancora, ma dovrebbe essere alla fine di questo Gennaio.

Questo vaccino non sarà utilizzato insieme ai precedenti come richiamo per i già vaccinati, ma esclusivamente come ciclo primario.

Ne potranno usufruire quindi tutti coloro che non sono ancora mai stati vaccinati contro l’infezione da virus Sars-Cov2 e che hanno età pari o superiore ai 18 anni.

Il ciclo primario comprenderà due dosi a distanza di tre settimane l’una dall'altra e avrà una copertura che si aggira al 90%.

 

Vantaggi di Novovax

 

Oltre all’ottima copertura, il Novavax ha molti vantaggi: è sicuro, economico e pratico.

Gli effetti collaterali riscontrati sono minori e più lievi e ha dato ottimi risultati anche sugli over 64.

Inoltre i costi di produzione, e quindi di vendita, sono più bassi. Questo anche perché i suoi costi di trasporto sono minori, dato che può essere tenuto a temperatura di un semplice frigo per diversi mesi. Il nuovo vaccino infatti non necessita della catena di freddo e anche grazie a questa praticità può essere considerato la valida alternativa per i paesi in via di sviluppo. Una potenzialità molto importante, se si considera quelli che sono attualmente i dati. Al 3 gennaio, è stato vaccinato completamente il 49,3% della popolazione mondiale. L’Europa è al 69,2%; gli USA al 61,5%; l’Italia all’78,3%; l’Africa all’9,1% e questo principalmente per via dell’elevato costo e del complesso trasporto dei precedenti vaccini. 

 

Cosa lo differenzia dai precedenti vaccini?

 

Il nuovo Novavax è stato già soprannominato il vaccino dei No vax.

Sono ancora 6 milioni gli italiani che hanno deciso di non vaccinarsi, ma questo potrebbe aiutare anche i più reticenti a cambiare idea.

Al contrario dei precedenti e innovativi vaccini, quali Moderna e Pfizer, che utilizzano un sistema a m-RNA, questo utilizza la “tradizionale” tecnologia delle proteine ricombinanti.

Questa tecnologia è già in uso e collaudata da più di trent’anni, ed è la stessa impiegata ad esempio per combattere l’epatite B e il papilloma virus.

Utilizza infatti i frammenti proteici innocui, contiene un adiuvante a base di saponina che ha lo scopo di stimolare il sistema immunitario innato.

 

Arrivo in ritardo

Nonostante la sua apparente semplicità la sua tecnologia ha richiesto più tempo perché la sua realizzazione fosse ultimata.

Ecco perché per il suo arrivo c’è voluto un anno anziché pochi mesi come per gli altri.   

Questo implica che i suoi livelli di efficienza e sicurezza devono ancora essere dimostrati sui grandi numeri.

Nonostante questo, secondo il virologo presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, questo vaccino è “un’ulteriore arma potente” e distribuirla su larga scala in tutti i continenti rende più vicina l’immunità di gregge.