La presenza di alcune condizioni o sintomi dovrebbe essere sufficiente per indurti a rivolgerti quanto prima ad un gastroenterologo, cioè ad un medico specializzato nella diagnosi e nel trattamento delle patologie gastrointestinali.
C’è da dire che le malattie legate al tratto gastrointestinale sono molte e che, in diversi casi, i sintomi tendono ad essere abbastanza simili. Per tale ragione, come ben descritto da questo articolo pubblicato sul sito Gastroenterologo.eu https://www.gastroenterologo.eu/gastroenterologo/in-cosa-consiste-la-visita-gastroenterologica, la visita gastroenterologica può rivelarsi molto utile per sciogliere qualsiasi dubbio. Andiamo, dunque, a descrivere i segnali d’allarme che il nostro organismo potrebbe lanciarti e che dovrebbero spingerci a chiedere un consulto presso uno specialista.
Anomalie nei movimenti intestinali
Qualsiasi cambiamento nella qualità o regolarità dei movimenti intestinali potrebbe giustificare una visita dal gastroenterologo. Se, ad esempio, evacui meno di tre volte a settimana potresti soffrire di stipsi, un disturbo piuttosto comune che potrebbe essere causato da ostruzioni, disfunzioni muscolari o ormonali, problemi neurologici, alimentazione errata.
La condizione opposta alla stipsi è la diarrea. Qualora la presenza di feci liquide dovesse protrarsi per più giorni, è importante intervenire quanto prima per risalire alla causa del disturbo che potrebbe dipendere da infezioni virali o batteriche, intolleranze alimentari, reazione a specifici farmaci oppure altri disturbi digestivi, come ad esempio il morbo di Crohn o la colite ulcerosa.
Occhio anche al colore delle feci. Se si manifestano per diverso tempo in una colorazione di colore chiaro o pallida potrebbe essere il segnale di condizioni come malattie della cistifellea, problemi al fegato, al pancreas oppure ai dotti biliari.
Sebbene non sia sempre connessa a specifici problemi di carattere digestivo, anche l’eccessiva presenza di gas non andrebbe sottovalutata, in quanto potrebbe essere un campanello d’allarme rispetto a possibili intolleranze alimentari, come quella al lattosio.
Infine, è necessario prestare attenzione all’eventuale presenza di tracce di sangue nelle feci. La causa potrebbe essere attribuita a una ragade anale (un piccolo taglio o lacerazione nel tessuto che riveste l'ano), emorroidi o un'altra condizione che richiede specifiche cure mediche. Il sanguinamento nel corso dell’evacuazione è, purtroppo, da annoverare tra i sintomi più comuni del tumore del colon-retto.
Bruciore di stomaco frequente
Se soffri di bruciore di stomaco faresti bene a contattare quanto prima un gastroenterologo. Alla base del disturbo potrebbe, infatti, esservi un problema di carattere digestivo, come ad esempio:
● Malattia da reflusso gastroesofageo;
● Tumore dell’esofago;
● Esofago di Barrett.
Il reflusso gastroesofageo è una condizione in cui l'acido dallo stomaco risale nell'esofago, il tubo che collega la bocca allo stomaco. Oltre alla sensazione di bruciore nella parte inferiore del petto, chi soffre di reflusso gastroesofageo potrebbe andare incontro ad ulteriori sintomi come rigurgito acido, raucedine e tosse cronica.
L'esofago di Barrett è una delle possibili conseguenze del reflusso gastroesofageo. Si verifica quando il normale tessuto che riveste l'esofago viene sostituito da un tipo di tessuto simile a quello che riveste l'intestino. Questo cambiamento è una risposta all'esposizione prolungata all'acido dello stomaco. L'esofago di Barrett è uno dei fattori di rischio del cancro esofageo, cioè di una forma di cancro che può svilupparsi nell’esofago e manifestarsi come carcinoma a cellule squamose o adenocarcinoma.
Dolore e gonfiore addominale
Il dolore e gonfiore addominale sono sintomi comuni che possono essere causati da una vasta gamma di condizioni gastrointestinali. Il dolore può essere lieve o intenso e può essere localizzato in uno specifico punto dell’addome oppure esteso in un’area più vasta.
Per gonfiore addominale s’intende, invece, la sensazione di distensione dell'addome, spesso dovuta all'accumulo di gas o liquidi nel tratto gastrointestinale. In molte circostanze, il gonfiore tende a peggiorare dopo i pasti.
Tali sintomi possono essere legati a varie condizioni, la più nota delle quali è senza dubbio la sindrome dell’intestino irritabile (IBS), disturbo funzionale dell'intestino che può provocare anche crampi, diarrea e/o stitichezza. I sintomi sono cronici e possono essere condizionati dallo stress o da abitudini alimentari scorrette.
Altre possibili condizioni associate al dolore e gonfiore addominale sono le intolleranze alimentari (come ad esempio la celiachia o intolleranza al glutine), occlusioni intestinali e malattie infiammatorie intestinali.
Difficoltà di deglutizione
La disfagia, o difficoltà a deglutire, rende più lento e stressante lo spostamento del cibo o dei liquidi dalla bocca allo stomaco. Potrebbe causare dolore al petto o incapacità di deglutizione. Le cause potrebbero essere il reflusso acido, acalasia e persino alcuni tumori, nonché disturbi di carattere neurologico.
Ittero
Questa condizione può causare l'ingiallimento della pelle e della parte bianca degli occhi a causa di un accumulo eccessivo di bilirubina nel sangue. Può essere la conseguenza di problemi del sangue o del fegato, tra cui calcoli biliari, anemia emolitica, dotti biliari infiammati o danni al fegato indotti dall'alcol.
Ulcere peptiche
Le ulcere peptiche sono piaghe che possono formarsi sul rivestimento dello stomaco, dell'intestino tenue o dell'esofago, in genere causate da infezioni batteriche come l’Helicobacter pylori, o dall'uso prolungato di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).
Perdita di peso inspiegabile
Se hai perso peso in modo improvviso e apparentemente inspiegabile, un consulto gastroenterologico non è da sottovalutare. La visita gastroenterologica potrebbe, infatti, consentire di risalire alle possibili cause della perdita di peso, tra cui cirrosi, pancreatite cronica, morbo di Crohn o colite ulcerosa.