L’eliminazione delle barriere architettoniche è una delle principali sfide dell’edilizia residenziale contemporanea. In ambito condominiale, l’intervento volto all’abbattimento degli ostacoli fisici costituisce un miglioramento strutturale e si configura quale elemento essenziale per garantire l’accessibilità, la sicurezza e il diritto all’autonomia delle persone con ridotta mobilità.
Barriere architettoniche nei condomini, come aiutare gli anziani
Nei condomini costruiti prima dell’entrata in vigore delle normative sull’abbattimento delle barriere, l’assenza di accorgimenti funzionali all’accessibilità è una costante. Tra gli ostacoli più ricorrenti si annoverano gradini all’ingresso, scale prive di rampe alternative, ascensori inaccessibili per chi utilizza ausili per la deambulazione e porte di dimensioni insufficienti. Se si abita in un complesso condominiale in città, per esempio nelle varie zone lombarde, come fare?
L’adozione di soluzioni tecniche specifiche, come l’installazione di montascale a Monza Brianza, è uno degli interventi mirati per consentire il superamento delle barriere verticali in assenza di ascensore o in presenza di dislivelli non compensabili con rampe. Il montascale, sia a piattaforma che a poltroncina, si adatta all’inclinazione delle scale e può essere installato con impatto minimo sulla struttura esistente, rappresentando una risposta concreta e funzionale al problema dell’accessibilità in contesti residenziali multipiano.
Oltre al montascale, risultano necessari altri interventi tra cui:
- la realizzazione di rampe a norma con pendenza controllata,
- la sostituzione degli infissi con porte automatiche,
- l’adeguamento dell’ascensore con comandi accessibili
- l’installazione di corrimano lungo le scale.
Tali soluzioni, se progettate in modo integrato, permettono di trasformare l’ambiente condominiale in uno spazio inclusivo e sicuro per tutte le fasce di età.
Il condominio è obbligato ad abbattere le barriere architettoniche?
Dal punto di vista giuridico, il quadro normativo italiano riconosce la necessità di rimuovere le barriere architettoniche nei condomini attraverso disposizioni specifiche. La Legge 9 gennaio 1989 n.13, integrata dal D.M. 236/1989, stabilisce criteri tecnici e modalità operative per l’eliminazione delle barriere in edifici preesistenti e di nuova costruzione.
Nel contesto condominiale, quando un condomino affetto da disabilità o un familiare convivente ha necessità di accesso facilitato, l’assemblea è tenuta a deliberare sull’esecuzione dei lavori. In prima convocazione, è sufficiente il voto favorevole della maggioranza degli intervenuti, rappresentanti almeno un terzo del valore millesimale. Se l’assemblea non approva l’intervento, il singolo richiedente può procedere in autonomia, purché i lavori non pregiudichino la stabilità dell’edificio né impediscano il pieno utilizzo delle parti comuni da parte degli altri condomini.
Inoltre, recenti interventi legislativi, come l’art. 119-ter del Decreto Rilancio, introducono detrazioni fiscali fino al 75% per gli interventi di abbattimento delle barriere, applicabili anche in ambito condominiale. Il beneficio si estende sia agli interventi trainanti che a quelli trainati, e consente una significativa riduzione dell’onere economico, incentivando l’adozione di soluzioni accessibili e tecnologicamente avanzate.
Va tuttavia ricordato che, sebbene non sempre sussista un obbligo cogente per l’intero condominio, la rimozione delle barriere è riconosciuta come principio di solidarietà sociale e civile. Negare l’intervento equivale a compromettere i diritti fondamentali di mobilità e partecipazione alla vita sociale dei soggetti più fragili.
Salute e benessere degli anziani
Il concetto di invecchiamento attivo, promosso a livello europeo, passa anche attraverso la progettazione di spazi abitativi adeguati, dove l’individuo anziano possa continuare a vivere in sicurezza e dignità. In tal senso, il condominio assume una nuova centralità, trasformandosi da spazio condiviso in luogo promotore di salute pubblica.