La mononucleosi, conosciuta anche comunemente col nome di “malattia del bacio”, è una patologie molto diffusa in particolare tra gli adolescenti proprio perché il suo veicolo di trasmissione è la saliva infetta scambiata di solito con dei baci. Causata dal virus Epstein-Barr della famiglia degli Herpes Virus, nella stragrande maggioranza dei casi non si tratta di una malattia pericolosa, a meno che per altre complicazioni non si abbia l’ingrossamento e la rottura della milza, eventualità per la quale si rende necessario il ricorso ad un intervento di rimozione della milza stessa in modo da evitare emorragie.
Secondo alcune stime, la mononucleosi colpisce per lo più persone di età compresa tra i 15 ed i 35 anni, tanto che nei paesi industrializzati almeno il 50% degli individui colpiti da questa patologia sono adolescenti
Come dicevamo, però, la mononucleosi è una malattia infettiva e potrete trovare importanti dettagli su http://mononucleosi.eu/. Per prevenirla bisogna assolutamente evitare il contatto diretto con la saliva di un soggetto con la malattia conclamata non solo durante la malattia stessa ma anche dopo qualche giorno dalla scomparsa dei sintomi. Evitare gli scambi di saliva attraverso i baci, però, non basta per una corretta prevenzione della mononucleosi. Oltre a questo è infatti di fondamentale importanza evitare l’utilizzo di stoviglie ed altri oggetti utilizzati dal malato per mangiare e per l’igiene personale oltre che i rapporti sessuali completi e non protetti.
La prevenzione della mononucleosi, oltre che evitando il contatto con un soggetto che si sa essere malato, passa necessariamente dal rinforzo del proprio sistema immunitario attraverso un’alimentazione sana che prediliga prodotti di stagione, in particolar modo frutta e verdura.
La mononucleosi non è una malattia pericolosa, salvo rari casi di particolari complicazioni, una tra le quali è la rottura della milza causata dalla splenomegalia, ovvero ingrossamento dell’organo interessato, che può essere provocata anche da attività fisica pesante o da traumi addominali, anche molto tempo dopo il contagio.
Per curare la mononucleosi qualora ne si sia affetti, il riposo assoluto ed il reintegro dei liquidi sono assolutamente necessari. A questo, qualora il proprio medico curante lo ritenga opportuno, è possibile associare degli antipiretici se dovesse comparire la febbre e dei farmaci antinfiammatori ed analgesici come ad esempio l’ibuprofene. Sconsigliato, infine, l’utilizzo di antibiotici a meno che alla mononucleosi non si associ un’infezione secondaria delle prime vie respiratorie. La mononucleosi è infatti un virus e come tutti i virus non risponde in alcun modo all’assunzione di questa categoria di farmaci che invece, se usati in maniera impropria, possono compromettere il corretto funzionamento del sistema immunitario.