Psicologia e bambini: gli anni magici dello sviluppo.

I bambini si sono sempre vantati di avere qualità magiche (dando a volte l'idea di credere davvero di possederne qualcuna) e tale fenomeno è da tempo conosciuto dagli psicologi, tanto che gli anni fra 3 e 6 sono stati chiamati gli “anni magici dello sviluppo”.

Tra i fattori cognitivi che caratterizzano una buona costruzione del Sé durante l'infanzia, un posto di rilievo viene attribuito all'autostima. A tale proposito è interessante ascoltare come un bambino di 3-6 anni racconti con orgoglio, sopravvalutandosi di molto, le proprie abilità e presunte imprese, inserendo magari se stesso in fatti di cronaca o che ha sentito raccontare dagli adulti: «Se c'ero io quel ladro lo prendevo…», «Se c'ero io vincevo la gara…», frasi tipiche soprattutto dei maschietti.

Secondo gli psicologi dello sviluppo, tale atteggiamento definito pensiero onnipotente, assume un ruolo favorevole per la nascente autostima dei bambini se sostenuto in modo adeguato dai genitori.

Potrebbe essere disturbante a volte, per l'adulto, sentire il proprio figlio eccedere in meriti e comportamenti eccessivi, ma per un bambino sarebbe poco vantaggioso valutarsi in modo realistico: la conoscenza oggettiva della propria fragilità e vulnerabilità lo scoraggerebbe nell'affrontare gli enormi compiti che gli impone la crescita.

Credere invece di poter fare tutto e sottovalutare le difficoltà, è in realtà una formidabile spinta verso l'azione di cui ogni individuo ha bisogno nel corso dello sviluppo per non lasciarsi prendere dallo sconforto e rinunciare a priori all'impresa.

Alcune ricerche compiute sugli adulti confermano che una buona percezione delle proprie capacità durante l'infanzia, si correla ad una buona autostima in età adulta e a risultati scolastici soddisfacenti.

In effetti, i bambini sviluppano precocemente la propria autostima basandosi sui giudizi che gli altri danno di loro. Anch'essi giudicano il proprio operato e formulano confronti tra sé e gli altri, basandosi non solo sulle caratteristiche fisiche ma soprattutto sulle proprie abilità e qualità, fino a costruire un profilo psicologico di se stessi piuttosto accurato.

In quest'ottica, è fondamentale la capacità dei bambini di identificarsi con gli eroi e dei genitori di sostenere questa illusione. Bambini di altri tempi, in cui erano preponderanti altri valori, probabilmente si identificavano con persone fuori dal comune e di più alta levatura. Oggi i bambini di 3-6 anni si svegliano un mattino e pensano di essere un supereroe dei fumetti. Il mattino seguente un campione di skateboard ecc.. Le bambine probabilmente saranno le eroine dei loro cartoni animati preferiti o le protagoniste delle serie televisive che vanno più di moda.

Secondo gli psicologi, non si deve credere che il bambino faccia confusione fra le diverse identità che si attribuisce o che magari crescendo possa sviluppare problemi psicologi come un disturbo di personalità o un disordine dissociativo dell'identità. Al contrario, giocare a identificarsi con più personaggi, di solito vincenti e dotati di grandi poteri che travalicano quelli delle persone comuni, fa parte delle “prove tecniche” di crescita, aumenta la propria autostima e contribuisce alla formazione dell'identità del Sé infantile.

In fondo, i bambini sono ben consapevoli che si tratti di un gioco e di finzione (far finta che…, far come se…) messo in scena però con grande partecipazione emotiva.