Varicocele, quando operare?

Il varicocele è una delle più frequenti patologie dell’apparato genitale maschile: si tratta di un’anomala dilatazione delle vene del testicolo che, divenendo incontinenti, fanno sì che si verifichi un reflusso patologico di sangue venoso dall’addome al testicolo, causando un ristagno di sangue, un aumento della temperatura a livello scrotale, una scarsa ossigenazione e un accumulo di sostanze potenzialmente dannose. Generalmente, la patologia compare tra i 15 e i 25 anni e, nella maggior parte dei casi, si manifesta tra gli 11 e i 16 anni, nella fase dello sviluppo puberale.

La diagnosi del varicocele viene fatta da medici andrologi o urologi attraverso una visita apposita, presso centri specializzati in cui è possibile avere un confronto con uno specialista. Tale tipo di consulenza è disponibile in Campania presso lo studio Izzo, Urologo a Napoli.

Quali sono le cause del varicocele?

Le cause all’origine del varicocele non sono ancora del tutto note. Si ritiene che un ruolo di primaria importanza alla base di questo disturbo sia giocato da una congenita debolezza delle pareti venose associata a incontinenza delle valvole che con il tempo e soprattutto durante l’età pubertà, quando i testicoli crescono più velocemente, possono causare la dilatazione delle vene.

Sintomi e diagnosi del varicocele

Il varicocele si presenta principalmente in maniera asintomatica, il paziente infatti può non rendersi conto di esserne affetto. Il primo sintomo che porta a rivolgersi all’urologo o all’andrologo è sicuramente un gonfiore importante o moderato a livello testicolare: il testicolo colpito ha normalmente dimensioni superiori rispetto all’altro.

Il dolore, quando insorge, si rende notevole a seguito di una intensa attività fisica o se il paziente è rimasto in piedi per molte ore. Questo sintomo può regredire alla sera o in posizione supina.

La diagnosi è solitamente semplice per un medico specialista: può essere sufficiente un esame obiettivo associato, nei casi più complicati, ad un’ecografia scrotale.

Il medico valuta, con il paziente in posizione ortostatica, le dimensioni di entrambi i testicoli e palpa la sacca scrotale per verificare la presenza e la sede del dolore.

A seguito di una attenta valutazione clinica è possibile classificare il varicocele in:

  • Varicocele subclinico: individuabile esclusivamente con esami diagnostici strumentali;
  • Varicocele di primo grado: valutabile soltanto dopo un aumento della pressione addominale ottenuta con la manovra di Valsalva attraverso la quale il paziente è invitato a trattenere il respiro e a spingere come se dovesse defecare;
  • Varicocele di secondo grado: individuazione della dilatazione dei vasi testicolari attraverso la palpazione senza la necessità della manovra di Valsalva;
  • Varicocele di terzo grado: dilatazione dei vasi testicolari piuttosto importanti visibili a occhio nudo con possibile tumefazione associata. In determinati casi (es. Infertilità) può essere utile una valutazione dei parametri spermatici.

Quando operare?

Il varicocele è la causa più frequente di subfertilità maschile: la stasi ematica può comportare con il tempo un danno progressivo al parenchima testicolare e un innalzamento della temperatura dei testicoli. Tale danno è misurabile con lo spermiogramma. È comunque possibile che la presenza di varicocele non si accompagni necessariamente a una alterazione della fertilità: in questo caso non va trattato, subito a livello operatorio, ma solo monitorato nel tempo.

Scopo di una operazione al varicocele è quello di preservare la fertilità del paziente: consiste infatti nel legare od occludere le radici della vena spermatica al fine di bloccarne il reflusso venoso.

La vena spermatica interna si può occludere con una scleroterapia, cioè una embolizzazione che non ha bisogno di un intervento chirurgico, oppure mediante una operazione di legatura tradizionale.

L’evidenza attuale indica che la legatura microchirurgica subinguinale delle vene spermatiche è il metodo più efficace tra le diverse tecniche di varicocelectomia. La riparazione microchirurgica rappresenta il gold standard per il maggior tasso di successo, il minor numero di complicanze.

Per quanto riguarda la sintomatologia dolorosa, questa può essere associata al varicocele ma non deve essere l’unica indicazione o motivazione per cui si procede con la correzione della condizione patologica in quanto la sfera algica potrebbe non modificarsi dopo la procedura.

Esistono dei quadri di orchialgia e di nevralgia associati al varicocele che non si giovano della correzione di quest’ultimo e pertanto il paziente deve sapere che i sintomi potrebbero non migliorare o sparire del tutto dopo l’intervento.