Saturimetro, le domande più frequenti su questo strumento ormai familiare per gli italiani

Il saturimetro è un dispositivo semplice ma che era poco conosciuto prima del covid. Purtroppo il covid ha cambiato la vita degli italiani per tanti aspetti, tra cui anche questo. Ormai in quasi tutte le case è presente un saturimetro, che è diventato uno strumento di uso comune, quasi come un termometro per misurare la febbre. Il saturimetro, detto anche pulsossimetro o ossimetro, è un dispositivo che permette di misurare in modo rapido e semplice la saturazione dell’ossigeno nel sangue, individuando velocemente eventuali problemi di ossigenazione del sangue. La sua semplicità di funzionamento lo rende idoneo anche a un utilizzo domestico, ma molti sono i dubbi in chi si trova a doverlo utilizzare per la prima volta. Cerchiamo quindi di rispondere alle domande più comuni sul saturimetro e il suo utilizzo.

  1. Come funziona il saturimetro?
    Funziona attraverso la tecnologia a infrarossi. Un’apposita sonda genera due fasci di luce di diversa lunghezza d’onda (che ricadono nell'intervallo della luce rossa e infrarossa) sulla punta di un dito.
    L’emoglobina legata all’ossigeno assorbe la luce infrarossa mentre quella non legata all’ossigeno assorbe la luce rossa. I due fasci di luce attraversano il dito e vengono poi raccolti da un rilevatore che calcola la differenza tra i raggi emessi e quelli ricevuti, ottenendo così la percentuale di ossigeno nel sangue.
  2. Cosa indicano i due valori del saturimetro?

Il valore SpO2 indica la saturazione di ossigeno nel sangue in %, il valore bmp indica invece la frequenza del battito cardiaco. Sul display del saturimetro viene visualizzato anche un altro dato, che si chiama Indice di Perfusione: più l’indice di perfusione è alto, più affidabili sono gli altri due valori mostrati dal saturimetro, perché indica l’afflusso di sangue al dito e varia tra lo 0,02% al 20%.

  1. Quali sono i valori normali del saturimetro?

I valori normali della saturazione di ossigeno oscillano tra 97% e 99% nei soggetti sani. Una saturazione di ossigeno pari al 95% è clinicamente accettabile in soggetti con un livello di emoglobina normale e in pazienti con note patologie polmonari.

  1. Quando i valori del saturimetro vanno considerati bassi?
    Sotto al 95% la saturazione dell’ossigeno nel sangue viene considerato basso e si parla di ipossiemia. Può essere il segnale di una patologia polmonare. L’ipossiemia si considera:
  • Lieve, quando i valori rilevati dal saturimetro sono compresi fra il 91% e il 94%;
  • Moderata, quando il saturimetro rileva valori compresi fra l'86% e il 90%;
  • Grave, quando il saturimetro segnala valori uguali o inferiori all'85%.
  1. Quando si misura la saturazione?
    La misurazione della saturazione deve essere effettuata in un momento tranquillo, lontano dai pasti e da momenti di esercizio fisico intenso. La mano deve essere tenuta ben ferma, i movimenti bruschi possono dare risultati non veritieri.
  2. Su quale dito si misura la saturazione?
    Il dito utilizzato solitamente è l’indice della mano destra. Il dito deve essere pulito e non devono essere presenti unghie finte o smalto.
  3. La saturazione si misura da seduti o in piedi?
    Si può misurare in entrambi i modi, è da preferire una posizione seduta e rilassata. Sconsigliato invece misurare la saturazione da coricati se possibile.
  4. Un paziente con Covid che saturazione deve avere?

In caso di Covid è importante tenere monitorata la saturazione del sangue. Se i valori scendono sotto al 94% si è probabilmente in presenza di un coinvolgimento polmonare e quindi è consigliabile contattare rapidamente il proprio medico curante.

  1. Quali sono le patologie che possono causare ipossia (carenza di ossigeno nel sangue)?
    Sono molto numerose, sicuramente si tratta principalmente di patologie respiratorie come asma, enfisema polmonare, broncopneumopatia cronica ostruttiva, apnee ostruttive del sonno, polmonite, edema polmonare, sindrome da distress respiratorio, embolia polmonare. Anche alcune patologie cardiocircolatorie possono avere tra i sintomi una saturazione dell’ossigeno del sangue bassa: aterosclerosi, ictus, angina, infarto.
  2. Il saturimetro si può utilizzare anche per lo sport?

Sì, atleti e sportivi possono utilizzare il saturimetro per verificare che la saturazione dopo uno sforzo fisico non scenda troppo, perché se scendesse oltre il 90% può rappresentare un rischio per la salute. È importante anche controllare la saturazione dopo un periodo di riposo, per verificare che i valori tornino alla normalità rapidamente. Alcuni sportivi, ad esempio i runners, misurano la desaturazione dopo l’allenamento.

  1. Saturimetro in alta quota, a cosa serve?

Con l’aumentare dell’altitudine diminuisce l’ossigeno nell’aria e di conseguenza anche la saturazione di ossigeno nel sangue. A 1.500 metri di altitudine è normale una saturazione del 95% e a 3.000 metri di altitudine è normale una saturazione del 90%. Questo è il motivo per cui molte persone senza particolari problemi di salute possono incorrere in ipossia quando si trovano sopra i 3.000 metri di altitudine. Chi frequenta l’alta montagna e fa sport o escursioni a altitudini importanti dovrebbe avere con sé un pulsossimetro per tenere monitorata la saturazione ed evitare di incorrere in rischi per la salute.