Sembra che la razza maschile stia perdendo la sua potenza, nell’arco di quarant’anni sembrerebbe che abbia perso una cosa come il 50% dei suoi spermatozoi e la qual cosa provoca una certa ovvia apprensione tra gli scienziati e addetti ai lavori.
Sembra che questa diminuzione sia una cosa costante, le cause di questo fattore possono essere fatte risalire a diversi fattori, tra cui il tasso di malattie nella popolazione, i decessi e questioni sociali, tale diminuzione ha causato anche come ovvia conseguenza anche un calo non indifferente nel numero di concepimenti.
Questa situazione sembra anche essere dovuta all’effetto del calore sugli spermatozoi, sembrerebbe che la stagione estiva non sia la più favorevole per allargare la famiglia.
Per quanto il calore sia piacevole, il suo effetto sugli spermatozoi è come minimo nocivo, pochi gradi in più e gli spermatozoi iniziano a mostrare dei problemi.
E tanto per rimanere nel campo della parità dei diritti, sembra che anche nella donna il calore provochi dei problemi di una certa rilevanza a livello di fertilità.
Insomma se si valutano questi fenomeni statistici e si è pessimisti non si fa fatica ad immaginare un futuro catastrofico come descritto in parte nel film del 2006 “I Figli degli Uomini”, dove si presentava una infertilità quasi generale e in cui una gravidanza era realmente un evento.
Tralasciando le distopie e concentrandosi invece sul presente, in base ai dati succitati, sembrerebbe che la stagione migliore per concepire dei figli sia l’inverno e questo sembra valere anche per il campo dell’inseminazione artificiale.
Un sistema valido per ovviare a problemi di fertilità
L’inseminazione artificiale è sicuramente un sistema valido per ovviare a problemi di fertilità ma nel futuro nascituro potrebbe causare a sua volta dei problemi di fertilità.
Da dati scientifici raccolti sembrerebbe che un figlio maschio nato con l’inseminazione artificiale possegga la metà degli spermatozoi di una altro bambino maschio nato naturalmente.
Se si considera che l’inseminazione artificiale viene usata con una certa frequenza nei centri specializzati, ci si potrebbe preoccupare ulteriormente per le future progenie.
E per rendere più allegre le cose sembrerebbe, sempre in base a dati statistici, che il mito del latin lover sia ormai un mito e basta.
In base a questi dati una cifra che, sommata nei suoi vari aspetti, raggiunge quasi il 50 percento, di uomini italiani fa sesso solo occasionalmente o raramente, il che come detto prima rende le cose ancore più allegre (tra virgolette).
Sempre degli studi scientifici rivelano che nei giovani ci sono dei cambiamenti morfologici, il che è relativo ad un cambiamento dell’equilibrio degli ormoni, l’altezza aumenta ma la dimensione del pene e dei testicoli diminuisce e di conseguenza anche gli spermatozoi.
Inoltre le caratteristiche mascoline stanno diminuendo, basta guardare un po’ di riviste che presentano la pubblicità di uomini il cui aspetto è ben lontano dall’essere dei macho, ma casomai il contrario, degli uomini così curati nell’aspetto, nella pelle, senza un filo di barba o baffi; il tutto da un’immagine discretamente ambigua del sesso forte.
Ancora una volta tutto questo non porta certo a molta allegria per quanto riguarda le stirpi future e tornando sull’argomento fantascienza, la cosa sembra appunto l’incubazione di storie degne di apparire su romanzi di questo genere letterario.
Nonostante tutte queste “belle” notizie il ruolo della donna procreatrice è ancora in vigore e c’è una notizia che pur non essendo negativa definirla positiva andrebbe preso con le pinze.
In Inghilterra sono riusciti a creare uno spermatozoo artificiale, il che potrebbe essere la soluzione futura a possibili problemi di infertilità maschile e comunque apre il campo a nuovi sviluppi nel campo dell’inseminazione artificiale.
La scienza a quanto sembra sta facendo passi in avanti nel campo dell’inseminazione, si può sperare comunque che, anche se si può più o meno sopperire alla figura dell’uomo, non avvenga lo stesso della donna. Se ciò succedesse potrebbero presentarsi dei futuri abbastanza distopici.