Non sottovalutare i segnali: come riconoscere e affrontare la depressione post partum

La depressione post partum è una patologia più diffusa di quanto si possa immaginare. La cattiva notizia è che può portare a una condizione di sofferenza elevata, al pari di una depressione maggiore. La buona notizia è che è possibile uscirne, per giunta in tempi brevi.

Ne parliamo qui: presenteremo i segnali precoci e meno precoci della depressione post partum, affinché possa essere riconosciuta in modo tempestivo, esporremo le cause, descriveremo i trattamenti e forniremo qualche precisazione sul ruolo del partner. 

 

I segnali della depressione post partum

Per inciso, le informazioni e i consigli che esporremo di seguito sono frutto del lavoro di raccordo e di divulgazione operato da Near Future, hub che parla di attualità e offre riflessioni sui mali del nostro tempo.

Partiamo dai segnali della depressione post partum. Ecco i principali, ordinati dal più precoce al meno precoce. 

  • Tristezza persistente. Uno dei segnali più precoci della depressione post partum è un senso di tristezza costante o di vuoto, che può apparire già nelle prime settimane dopo il parto. Questa tristezza va oltre i "baby blues" e non si allevia con il passare del tempo.

  • Difficoltà nel legame con il neonato. Nelle prime settimane, alcune donne possono sperimentare una difficoltà a creare un legame emotivo con il proprio bambino. Questo distacco emotivo può generare senso di colpa e peggiorare il quadro depressivo.

  • Sbalzi d'umore estremi. Con il progredire della condizione, le donne possono sperimentare forti sbalzi d'umore, alternando momenti di ansia o rabbia a periodi di profonda apatia. Questi cambiamenti possono essere improvvisi e difficili da gestire.

  • Stanchezza debilitante e perdita di interesse. Un sintomo che può emergere anche dopo qualche mese è una stanchezza estrema che non migliora con il riposo, accompagnata da una marcata perdita di interesse per le attività quotidiane, anche quelle che una volta erano fonte di piacere.

 

Le cause della depressione post partum: un complesso intreccio di fattori

La depressione post partum è una malattia vera e propria, dunque vanta una sua eziologia. Insomma, per quanto complesse, è possibile rintracciarne le cause. Ecco le più frequenti.

  • Squilibri ormonali. Dopo il parto, i livelli di estrogeni e progesterone, che durante la gravidanza sono molto elevati, calano drasticamente. Questo cambiamento rapido può influire sull'equilibrio chimico del cervello, portando a sintomi depressivi.

  • Ereditarietà. Le donne con una storia familiare di depressione o disturbi dell'umore sono più suscettibili a sviluppare depressione post partum. La predisposizione genetica può rendere alcune donne più vulnerabili ai cambiamenti ormonali e allo stress del post parto.

  • Stress e mancanza di supporto. L'arrivo di un neonato può essere un momento stressante, con cambiamenti significativi nella vita quotidiana, nella routine del sonno e nelle responsabilità familiari. La mancanza di supporto da parte di partner, familiari o amici può esacerbare il senso di isolamento e sopraffazione.

  • Esperienze passate. Una storia personale di depressione, ansia o traumi precedenti, come complicazioni durante la gravidanza o il parto, possono aumentare il rischio di depressione post partum o addirittura causarla. 

 

Perché e come chiedere aiuto

Chiedere aiuto, in caso di depressione post partum, non è solo utile… E’ necessario. I motivi sono almeno tre.

  • È una patologia vera e propria. La depressione post partum non è solo uno stato temporaneo di tristezza o stanchezza, ma una vera e propria condizione medica che richiede attenzione. Riconoscere che si tratta di una malattia aiuta a capire che no, provare tristezza dopo la nascita del proprio figlio non è una colpa e non c’entra nulla con l’essere una buona madre o una cattiva madre. 

  • Difficilmente passa da sola. La depressione post partum tende a persistere, in assenza di intervento. Chiedere aiuto, sia a professionisti della salute che a familiari, è fondamentale per ottenere il supporto necessario e iniziare un percorso di guarigione. D’altronde, se la depressione standard richiede un intervento professionale, perché non dovrebbero richiederlo anche la depressione post partum?

Può cronicizzare. Quando la depressione post partum cronicizza, lo stato depressivo perdura nel tempo, alternando fasi di depressione vera e propria a una distimia di sottofondo, le quali agiscono anche al di fuori dell’ambito familiare. Ecco che si avverte un calo dell’autostima, una certa difficoltà a eseguire i compiti quotidiani, fino al verificarsi di vere e proprie tendenze suicidarie. Da ciò, l’imperativo: agire prima possibile. 

Purtroppo, il Sistema Sanitario Nazionale, almeno per ora, non propone percorsi standardizzati (e gratuiti) per il trattamento della depressione post partum. Insomma, è necessario rivolgersi a uno psichiatra o a uno psicoterapeuta privato.

Nondimeno, esistono associazioni che hanno a cuore questo tema e offrono soluzioni capaci di garantire un trattamento di qualità a prezzo scontato, ancorché inserite in un contesto di volontariato (e quindi non disponibili in tutte le città). 
 

Il trattamento della depressione post partum

La depressione post partum è da parecchi decenni materiale di studio di ricercatori ed esperti. Sicché, esistono al giorno d’oggi numerosi trattamenti. 

  • Terapia psicologica. La psicoterapia, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), è uno dei trattamenti più efficaci per la depressione post partum. Aiuta le donne a identificare pensieri negativi e schemi comportamentali disfunzionali, fornendo strategie per gestire lo stress e migliorare il benessere emotivo.

  • Terapia farmacologica. In alcuni casi, il medico può prescrivere antidepressivi, specialmente gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI). Questi farmaci possono aiutare a riequilibrare i livelli chimici nel cervello, migliorando l'umore e riducendo i sintomi depressivi. E’ importante seguire attentamente le indicazioni del medico, soprattutto in caso di allattamento. D’altronde, stiamo parlando di farmaci complessi

  • Supporto sociale e familiare. Godere di un solido sistema di supporto è cruciale per affrontare la depressione post partum. La partecipazione a gruppi di sostegno o semplicemente il coinvolgimento di familiari e amici può ridurre il senso di isolamento e fornire l'aiuto pratico ed emotivo necessario.

 

Il ruolo del partner

I trattamenti che abbiamo appena presentato sono risolutivi, ma ciò non toglie nulla all’importanza che riveste il partner. Dal suo comportamento, può dipendere la rapidità di guarigione. 

D’altronde, la vicinanza emotiva e il sostegno pratico sono essenziali per alleviare lo stress e il senso di isolamento in ogni caso, figuriamoci in caso di patologia depressione

Ma cosa può fare nel concreto il partner? Tanto per cominciare, può riconoscere i segni della depressione e incoraggiare la donna a cercare assistenza professionale. Il tutto, chiaramente, senza proferire giudizi (in questi casi estremamente fuori luogo) e anzi mostrando comprensione e pazienza.

Nondimeno, dovrebbe partecipare attivamente alla cura del neonato e alla gestione delle responsabilità quotidiane. Ciò permette alla donna di godere momenti di riposo, contribuendo al suo benessere fisico e mentale.

Anche la comunicazione aperta e costante tra partner è importante, in quanto aiuta a creare un ambiente di fiducia, dove la donna si sente libera di esprimere le proprie emozioni e preoccupazioni senza paura di essere fraintesa.