Olio di CBD: indicazioni terapeutiche, rischi e benefici del cannabidiolo

L’olio di CBD, conosciuto anche come principio attivo del cannabidiolo, è una sostanza che, ultimamente, è balzata agli onori della cronaca. Questo grazie a vari studi scientifici, che ne hanno ufficializzato le proprietà benefiche e terapeutiche in diversi ambiti. Questa sostanza proviene dalla Cannabis ma, a differenza del THC, ritenuta tutt’oggi una droga, non ha poteri psicotropi e non è in grado di alterare le funzioni percettive e sensoriali. Ciò significa che il cannabidiolo può essere utilizzato in maniera sicura e legale e, come ha specificato anche l’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità), potrebbe essere un valido alleato per la lotta ai sintomi di tante patologie che ancora non hanno una cura specifica e risolutiva.

 

cannabis

 

Cos’è il cannabidiolo

Si tratta di una delle sostanze ricavabili dalla pianta della Cannabis. Un prodotto naturale e sicuro, officinale, ossia con proprietà terapeutiche applicabili in diversi ambiti. I cannabinoidi sono composti organici prodotti anche dal corpo umano e servono per regolare diverse funzioni fisiologiche. La loro carenza, in molti casi, può portare a patologie fisiche o comportamentali che, attualmente, non hanno ancora una cura chiara e foriera di sicura guarigione. Integrarli, utilizzando i composti fitoterapici o sintetici, può effettivamente portare a ottimi risultati per quanto riguarda la remissione dei sintomi, apportando benefici e miglioramenti nei pazienti. Queste sostanze si trovano in commercio in varie forme. In alcuni casi abbiamo dei prodotti fitoterapici, ossia composti unicamente da molecole naturali, estrapolate dalla pianta viva. In altri casi esistono formulazioni con cannabidiolo sintetico, riprodotto in laboratorio. La scienza ha fatto passi da gigante in tal senso e, attualmente, possiamo dire senza margine d’errore che i cannabinoidi sintetici sono assolutamente equiparabili a quelli naturali, pur avendo spesso un costo inferiore.

 

Le tipologie di prodotti tra cui poter scegliere

In commercio è possibile trovare diverse formulazioni di prodotti a base di cannabidiolo. Dalle canne light, ormai sdonagate legalmente e acquistabili presso gli specifici punti vendita ad altre soluzioni, applicabili ad esempio a chi non desidera o non prova piacere nel rituale del fumo. Il principio attivo, infatti, si può acquistare sotto forma di olio, cristalli, capsule o cosmetici da applicare sulla pelle per assorbirne i principi attivi per via topica. La scelta della formulazione del prodotto è chiaramente soggettiva e deve tenere conto anche delle specifiche esigenze e necessità. In particolare, l’olio di CBD viene assunto per via sublinguale, ossia applicando la giusta dose di prodotto sotto la lingua. Questo permette ai principi attivi di entrare subito in circolo in maniera graduale e delicata, senza passare dallo stomaco come, invece, avviene con le capsule. Le canne light hanno come vantaggio l’atto simbolico del fumare che, in determinate situazioni e per determinati pazienti, contribuisce a creare un rituale che amplifica e valorizza i benefici terapeutici effettivi. Aggiungendo così, alla reale proprietà curativa, anche l’effetto placebo, utile soprattutto per chi soffre di ansia, attacchi di panico e patologie dello spettro comportamentale.

 

Quali patologie può contribuire a curare il cannabidiolo

Il principio attivo contenuto nell’olio di CBD può essere un valido alleato nel miglioramento di diversi quadri clinici.

Ad esempio:

  • patologie dolorose acute o croniche, laddove si sviluppa resistenza ai normali e tradizionali antidolorifici;
  • disturbi psicologici e comportamentali come ansia, insonnia, difficoltà nella gestione della rabbia, disturbi ossessivo-compulsivi, depressione, manie suicide, fobie, disturbo post-traumatico da stress;
  • patologie psichiatriche come ad esempio la schizofrenia e le crisi da bipolarismo.

Inoltre, pur essendo ancora argomenti in fase di studio, si stanno riscontrando ottimi risultati su pazienti con disturbi della coagulazione e della regolarità della pressione arteriosa, epilettici o inclini alle crisi convulsive e che soffrono di stanchezza cronica invalidante. Pare, infatti, che questa sostanza abbia anche effetti tonificanti ed energizzanti superiori a qualsiasi altro integratore alimentare utilizzato generalmente a questo scopo.

 

Dosaggi, controindicazioni, effetti collaterali

Tutti gli studi effettuati fino adesso su questa sostanza fitoterapica sono concordi nel dire che i dosaggi sono soggettivi e che non si corrono grandi rischi di sovradosaggio. In linea generale è consigliabile non eccedere con le dosi. Tuttavia, pazienti che hanno assunto dosi molto alte le hanno tollerate molto bene. Non esiste, ad oggi, una tabella di dosaggio universale che possa andar bene per tutti. Il consiglio è di cominciare con piccole dosi e ascoltare attentamente le reazioni del proprio corpo. Aumentare gradualmente, solitamente per chi non ha particolari problematiche la dose giornaliera più indicata è tra i 10 mg e i 20 mg di CBD, in base alle sensazioni personali. Per quanto riguarda eventuali controindicazioni, al momento non esiste una letteratura scientifica. Questo significa che praticamente nessun paziente ha avuto disturbi particolari in seguito all’utilizzo di questo composto. È possibile che, in soggetti molto sensibili, un dosaggio sbagliato possa acuire i sintomi anziché lenirli. Quindi, l’indicazione generale è che, se utilizzando cannabidiolo ci si sente peggio invece di apprezzare un netto miglioramento, è bene interrompere la sua assunzione o modificarne il dosaggio.