Qual è la differenza tra osteopata e fisioterapista? Quando rivolgersi a un professionista, anziché all’altro? La premessa è doverosa: per quanto ambedue le discipline siano indispensabili per il recupero delle condizioni, usano due approcci differenti.
Ambedue hanno naturalmente a cuore la salute del paziente, e vengono consultati per i modi differenti per cui raggiungono l’obiettivo: tornare a stare meglio. Approfondiamo il lavoro svolto dall’osteopata e dal fisioterapista, parlando delle differenze che intercorrono tra le due figure e suggerendo il lavoro dello specialista dottor Alessio Novarino, fisioterapista osteopata a Torino dello Studio Fisen.
Chi è l’osteopata
Stando a quanto stabilito dal WOHO (World Osteopathic Health Organization), l’osteopatia è un sistema che mira alla prevenzione, alla diagnosi e al trattamento con un approccio che mette al primo posto l’equilibrio tra il corpo, la mente e lo spirito. L’organismo ha un meccanismo di auto-regolazione che, se opportunamente sollecitato, può indurre il corpo ad auto-curarsi. Più nello specifico, dunque, possiamo considerare l’osteopatia come un Sistema di Prevenzione Sanitaria, individuata ufficialmente in Italia con la Legge 3/2018, nota anche come Legge Lorenzin.
Il padre dell’osteopatia è il Dottor Andrew Taylor Still, che è stato anche il fondatore della prima Università di Medicina Osteopatica. È stata la sua filosofia a indurlo a sviluppare un metodo manipolativo osteopatico, un trattamento terapeutico che pone al centro di tutto il paziente.
Cosa fa l’osteopata
Sono diversi i motivi per cui viene consultato un osteopata, per esempio nel caso di lombalgie, cervicalgie, cefalee, disturbi viscerali (tra cui coliche, sindrome dell’intestino irritabile e reflusso), dolori articolari, disturbi del sonno, ansia e stress, prevenzione e controllo posturale.
Il trattamento osteopatico è manuale; dunque, il professionista si avvale delle mani per intervenire sul paziente, con tecniche e approcci differenti in base alla storia clinica, così come alle esigenze dei soggetti.
L’approccio in tal senso è strutturale, fasciale, viscerale, craniale: attraverso palpazioni e manipolazioni mirate, si possono ottenere diversi benefici. Plus: tutti possono andare dall’osteopata, dalle persone anziane alle donne in gravidanza, ed è un punto di riferimento per gli sportivi.
Chi è il fisioterapista
Come per l’osteopata, per spiegare il lavoro del fisioterapista partiamo dalla definizione: la fisioterapia è una branca della medicina che si focalizza sulla prevenzione e sul trattamento dei problemi e disturbi legati all’apparato neurologico, viscerale e muscolo-scheletrico.
La fisioterapia è talvolta conosciuta anche con il termine di fisiokinesiterapia (abbreviazione fkt). Questo operatore sanitario è laureato in Fisioterapia, e dunque le sue competenze sull’anatomia umana, incluse le patologie, sono approfondite. Sovente, il professionista sceglie di specializzarsi in patologie ortopediche o neurologiche.
Cosa fa il fisioterapista
Aiuta a prevenire e curare, ma sono ben poche le persone che si rivolgono a lui per la prevenzione, ed è un errore. Lo specialista può riconoscere abitudini scorrette (perlopiù posturali) che in futuro possono causare patologie. Anche gli atleti possono effettuare una corretta prevenzione mediante l’allenamento della propriocezione.
Di cosa si occupa, dunque, e cosa cura il fisioterapista? Sono molteplici le aree di intervento, tra cui mal di schiena, lombalgia, sciatalgia, lombosciatalgia, cervicalgia, ernia del disco, colpo di frusta, fratture ossee, difetti di postura, lesioni parziali o totali dei tendini e molti altri casi.
Per iniziare a stare meglio, è determinante richiedere una valutazione fisioterapica: il primo passo per comprendere il proprio dolore, eventualmente, ma anche specifiche limitazioni che sono connesse alla patologia e che si possono scoprire mediante storia clinica, abitudini, stile di vita sedentario, sport praticati.
Differenze tra osteopata e fisioterapista
Quando rivolgersi al fisioterapista e quando, invece, all’osteopata? Ci sono dei casi specifici da tenere in considerazione e che aiutano a chiarire la differenza.
Il fisioterapista è una figura di riferimento per:
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fratture;
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distorsioni o lussazioni articolari;
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dolori a seguito di sforzo o movimento, più o meno acuti in base all’intensità dello sforzo;
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operazioni di ricostruzione chirurgica per tendini o legamenti.
Invece, per l'osteopata:
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lesioni sportive (anche da sforzo);
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infortuni sul lavoro;
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mal di testa;
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disturbi all’apparato digerente;
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dolori alla colonna vertebrale (acuti o ricorrenti);
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dolori alle articolazioni (che si verificano anche a riposo).
Lo Studio Fisen, in tal senso, è un punto di riferimento: centro nutrizionale e fisioterapico, mette a disposizione dei clienti osteopati e fisioterapisti con approcci individuali, con l’obiettivo di favorire un ritorno graduale alla normalità.